Cos'è Reiki

Scopo e significato del Reiki Tradizionale Giapponese

Mikao Usui

Reiki è un metodo terapeutico, nato in Giappone durante i primi vent'anni del XX secolo, molto diffuso in Italia e nel mondo. Reiki è usato per riequilibrare da un punto di vista energetico il sistema mente-corpo della persona.

La terapia Reiki può essere quindi compresa all'interno della particolare branca della medicina chiamata medicina energetica. La medicina energetica si occupa di studiare gli effetti terapeutici dell'energia prodotta da sistemi medicali o dal corpo umano con lo scopo di comprenderne le dinamiche interne.

La medicina energetica ci chiarisce dunque che la terapia Reiki consiste nella somministrazione alla persona di informazioni energetiche specifiche con lo scopo di attivare, riattivare e velocizzare i meccanismi di auto-guarigione propri di tutti gli esseri viventi. Reiki, infatti, serve per agevolare i processi di guarigione dell'organismo e può essere considerato a tutti gli effetti un'efficace terapia complementare o come una pratica di medicina alternativa.

Reiki è oggetto di studio nell'ambito clinico da oltre vent'anni perché è estremamente compatibile con qualsiasi terapia medica e non ha nessuna controindicazione. Questa grande compatibilità della terapia Reiki con la medicina ufficiale la rende un valido aiuto per il benessere psico-fisico della persona.

In particolare la scienza ha potuto dimostrare l’efficacia del Reiki nei seguenti ambiti:

  • Dolore acuto o cronico.
  • Attenuazione del dolore e benessere durante i trattamenti contro il cancro.
  • Stress, ansia e depressione.
  • Benessere generale del praticante.

L’assunto di base del Reiki è la constatazione della profonda interconnessione fra la mente e il corpo fisico della persona. Corpo, mente e spirito concorrono vicendevolmente nella determinazione dello stato di salute dell’individuo. In particolare il Reiki considera prioritario indirizzare l’azione terapeutica in primo luogo verso l’equilibrio mentale ed emotivo per garantire di conseguenza anche il benessere fisico e complessivo dell’individuo.

Il Reiki è conosciuto nel mondo a partire dalla disciplina strutturata in Giappone da Mikao Usui (1865-1926) negli anni ’20 del ‘900 e successivamente studiata e affinata da Chūjirō Hayashi (1880-1940) nel corso degli anni ’30. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Hawayo Takata (1900-1980) diffonde questa terapia energetica in Occidente ma ne modifica progressivamente le caratteristiche.

Attualmente possiamo individuare due differenti approcci al Reiki che determinano due modi alquanto diversi di intendere la disciplina e il metodo terapeutico:

  1. Approccio tradizionale giapponese
  2. Approccio occidentale

L’approccio tradizionale giapponese mira a preservare le caratteristiche tecniche e i presupposti teorici della terapia energetica originaria prestando particolare attenzione allo sviluppo delle capacità tecniche di tipo diagnostico e al miglioramento dell’efficacia della terapia attraverso la pratica costante.

L’approccio occidentale introduce all’interno del Reiki elementi che provengono frequentemente dalla cultura indiana (es. i chakra) e molto spesso colora la disciplina di caratteristiche mistico-religiose che a volte ne portano in secondo piano le caratteristiche tecniche. È molto diffusa l’idea che la guarigione prodotta dal Reiki sia una guarigione spirituale o dell’anima che può portare con sé anche la guarigione del corpo. In particolare il Reiki occidentale tende a divinizzare il concetto di energia a partire da un’interpretazione del termine reiki non propriamente corretto (Reiki = Energia divina o Energia primordiale).

Questo fraintendimento deriva in primo luogo dalla interpretazione separata delle due sillabe rei e ki che compongono il termine Reiki:

  • Rei significa qualcosa di misterioso, miracoloso e sacro
  • Ki significa energia vitale

Il termine Reiki, così come lo intendeva Mikao Usui, andrebbe invece tradotto come ki straordinario o ki spirituale, ad indicare semplicemente gli effetti benefici ottenibili attraverso la terapia energetica del Reiki.

La visione occidentale del Reiki, così permeata di aspetti religiosi, pseudo-religiosi o addirittura esoterici, ha spesso portato le persone ad avvicinarsi ad esso con una certa diffidenza, temendo cioè che la pratica di questa disciplina potesse nascondere dei pericoli. In molti casi, proprio a causa di questa visione errata della terapia, si considerano bufale sia la terapia Reiki sia i suoi effetti, nonostante oggi la scienza possa testimoniarne gli indiscutibili effetti benefici.

Nella sua forma tradizionale giapponese, la terapia Reiki viene praticata attraverso l’imposizione delle mani su alcune parti del corpo del ricevente, eseguendo specifiche tecniche e indirizzando l’azione sui punti di maggior squilibrio energetico.

Durante un trattamento Reiki la maggioranza delle persone testimonia uno stato di profondo rilassamento e pace interiore che quasi sempre si accompagna a un senso di intenso benessere che pervade l’intero corpo.

Una seduta Reiki può essere suddivisa in due fasi distinte:

  1. Fase preparatoria dell’operatore Reiki
  2. Fase esecutiva

Nella fase preparatoria il terapeuta Reiki, chiamato anche operatore Reiki, esegue una serie di tecniche volte a portarsi in uno stato di presenza mentale, denominato munen musō, utile a massimizzare gli effetti della fase successiva.

La fase esecutiva consiste nella terapia vera e propria dove, accanto all’esecuzione delle tecniche, è dedicato largo spazio alla diagnosi energetica. Questa diagnosi ha l’obiettivo di individuare con precisione i punti di maggior squilibrio energetico della persona.

La disciplina del Reiki è molto vasta e articolata, normalmente i corsi di Reiki di primo livello, secondo livello e terzo livello portano l’allievo ad una conoscenza tecnica di tipo intermedio-avanzato.

Il primo livello Reiki introduce la disciplina e si focalizza in particolar modo nel fornire le tecniche di base e a insegnare all’allievo la pratica dell’autotrattamento.

Il secondo livello amplia le tecniche reiki a disposizione permettendo una maggiore efficacia durante le sedute terapeutiche. In particolare vengono insegnate tecniche molto specifiche per operare sia sul piano mentale sia sul piano fisico.  Sono oggetto di formazione in questo livello anche i tre simboli del Reiki utili per migliorare l’efficacia delle sedute. Viene inoltre insegnata la tecnica per praticare Reiki a distanza.

Il terzo livello Reiki introduce alcune tecniche terapeutiche avanzate anche di tipo diagnostico volte a massimizzare gli effetti dei trattamenti.

Qualora si volesse approfondire di più la disciplina per migliorare ulteriormente la propria efficacia, è possibile seguire altri corsi di approfondimento tecnico come il corso sugli squilibri energetici e il corso sui piani terapeutici nel Reiki.

Gli insegnanti di Reiki in Occidente vengono comunemente chiamati Master Reiki, mentre in Giappone vengono chiamati Shihan Reiki o semplicemente Sensei.

Per diventare Master Reiki occorre seguire uno specifico percorso di formazione di tipo teorico-pratico della durata di un anno che prende il nome di quarto livello Reiki o Shinpiden Reiki. Durante questo percorso il candidato insegnante affianca l’insegnante durante i seminari Reiki con lo scopo di apprendere in profondità le modalità migliori di insegnamento della disciplina.

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