Reiki è Amore? Una lettura quantistica

Federico ScottiRisorse ReikiLascia un commento

Reiki amore fisica quantistica

L’energia Reiki è amore?

Penso che l’accostamento dell’energia Reiki con l’amore sia un accostamento fuorviante in quanto, almeno in un’ottica di approccio tradizionale al Reiki, dovremmo cercare di trascendere le oggettivazioni (etichette) che la mente tende a conferire all’Essere. Se considero Reiki come amore, la conseguenza logica è che ciò che non è amore non è Reiki. Questo genera un paradosso: se l’energia di Reiki è l’energia dell’Essere, di tutto ciò che è, pensare al non Reiki significa introdurre il non essere all’interno dell’Essere.

Preferisco quindi un’affermazione meno a rischio di paradossi: l’Energia Reiki è l’energia del Vuoto, dell’Essere non manifesto e postulato teoretico per l’Essere manifesto.

Da appassionato e studioso di fisica quantistica aggiungerei: Reiki è l’energia del Vuoto quantico.

Il Vuoto quantico o Vuoto non deve essere inteso come principio trascendente e separato dall’Essere manifesto ma come assoluta e attuale Presenza senza tempo.

Quale conseguenza ha questa affermazione? Se l’energia Reiki è l’energia del vuoto quantico, la canalizzazione dell’energia Reiki è la canalizzazione di tutte le frequenze archetipiche dell’Essere manifesto. Questo ci permette di comprendere meglio anche il processo di guarigione (nel senso olistico del termine), che diventa un’armonizzazione per risonanza delle frequenze energetiche dissonanti rispetto al modello archetipico del vuoto quantico.

Guarire con l’energia Reiki significa quindi armonizzare le frequenze energetiche dissonanti attraverso lo strumento energetico Reiki che funge da diapason.

Approfondisco questo tema durante il seminario di Reiki di primo livello.

L'Autore

Federico Scotti

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Federico Scotti è filosofo, antropologo e maestro di Reiki tradizionale giapponese. Fondatore del Centro My Reiki, da oltre un decennio si dedica all’insegnamento e alla trasmissione del Reiki con un approccio etico, critico e riflessivo, attento alla storia e al contesto culturale della pratica. Con una solida formazione in filosofia e antropologia della salute, integra il pensiero critico con lo studio delle pratiche di guarigione non biomediche, approfondendo in particolare i temi dell’embodiment, dei paesaggi terapeutici e delle prospettive culturali e decoloniali del benessere. Autore di diversi libri sul Reiki, promuove una visione profonda e non dogmatica della disciplina, in dialogo con la ricerca antropologica e con le trasformazioni spirituali contemporanee. Ogni anno accompagna gruppi di praticanti in Giappone nei Reiki Tour, percorsi esperienziali e trasformativi nei luoghi legati alla storia di Usui Sensei. Nel suo insegnamento, integra la pratica con la consapevolezza critica: per lui, il Reiki è prima di tutto una forma di ascolto profondo e di relazione consapevole con il vivente, inteso non solo come corpo umano, ma come insieme di legami, emozioni, paesaggi e memorie. Una cura che non separa, ma connette.

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