Introduzione: tra domanda crescente e confusione diffusa
Negli ultimi anni si è assistito a un forte aumento dell’offerta di corsi di Reiki, accessibili sia in presenza che online, spesso promossi con slogan accattivanti e promesse di risultati immediati. Questo scenario, se da un lato testimonia un interesse crescente per pratiche di riequilibrio e benessere, dall’altro ha generato una diffusa confusione sul significato dei termini “corso riconosciuto” o “formazione accreditata”.
Molti aspiranti praticanti si trovano disorientati di fronte a proposte che utilizzano la stessa terminologia per esperienze profondamente diverse: in alcuni casi si tratta di percorsi strutturati, condotti da insegnanti con una formazione documentabile e inseriti in reti internazionali di riconoscimento; in altri, invece, si tratta di corsi rapidi, privi di trasparenza, che affidano tutta la loro legittimità a logiche di marketing.
In questo articolo vogliamo offrire strumenti di orientamento, chiarendo cosa si intenda realmente per “corso riconosciuto” nell’ambito della formazione Reiki, e proponendo alcuni criteri per valutare in modo critico l’affidabilità delle proposte formative.
Che cosa significa davvero “riconosciuto”?
Nel campo delle discipline bioenergetiche e delle pratiche di benessere come il Reiki, il termine “riconosciuto” viene spesso utilizzato in modi ambigui o fuorvianti. A differenza di percorsi formativi regolati da ordinamenti statali, non esiste in Italia – né nella maggior parte degli altri Paesi – un ente pubblico che accredita ufficialmente i corsi di Reiki. Parlare di “corso riconosciuto” richiede quindi una precisazione: riconosciuto da chi? In base a quali criteri?
In molti casi, il riconoscimento avviene attraverso l’adesione a organizzazioni internazionali o associazioni professionali che stabiliscono delle linee guida minime per la formazione, la trasparenza e l’etica dell’insegnamento. Tra queste, ad esempio, troviamo:
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IPHM (International Practitioners of Holistic Medicine)
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IICT (International Institute for Complementary Therapists)
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Reiki Council (UK)
L’adesione a queste reti non implica automaticamente qualità, ma segnala che l’insegnante o l’organizzazione accetta di essere valutato secondo standard condivisi: ore minime di formazione, gradualità nei livelli, codice etico, aggiornamento continuo.
A questo si affiancano talvolta altri tipi di “riconoscimenti”, spesso autoreferenziali, come affiliazioni a scuole estere o “linee di discendenza” interne al mondo Reiki, la cui affidabilità va sempre verificata criticamente.
In altre parole, un corso può definirsi “riconosciuto” solo se rende espliciti i criteri del riconoscimento e la rete di appartenenza. Senza queste informazioni, la parola resta priva di significato concreto e rischia di essere solo uno slogan.
Le parole contano: “riconosciuto” non significa necessariamente “valido”
Nel linguaggio pubblicitario legato al benessere, termini come “riconosciuto”, “certificato”, “accreditato” o “professionale” vengono spesso impiegati in modo intercambiabile, come se bastasse il loro utilizzo per garantire la qualità di un percorso formativo. Ma il fatto che un corso sia formalmente riconosciuto da un’associazione, anche seria, non è di per sé garanzia di validità o profondità della proposta educativa.
Un corso può essere “riconosciuto” a livello burocratico o formale, ma risultare poco incisivo sul piano dell’apprendimento: troppo rapido, troppo affollato, senza spazio per l’ascolto e la riflessione, oppure fondato su manuali standardizzati e procedure trasmesse in modo meccanico.
Valido, invece, è un corso che offre un contesto formativo coerente, accessibile, strutturato e capace di accompagnare il partecipante in un percorso di crescita reale.
La validità di un’esperienza formativa si misura nella relazione che si costruisce con l’insegnante, nel tempo dedicato alla pratica, nella chiarezza degli strumenti proposti, nell’attenzione rivolta al corpo e ai processi di trasformazione, non nel numero di loghi presenti in fondo alla pagina.
In questo senso, la parola “riconosciuto” dovrebbe sempre essere contestualizzata e sostenuta da elementi concreti: programmi visibili, trasparenza sul percorso dell’insegnante, riferimenti reali a comunità di pratica, criteri etici dichiarati.
I rischi di corsi non trasparenti
Nel crescente panorama di offerte formative nel Reiki, la mancanza di trasparenza è uno dei segnali più rilevanti da tenere in considerazione. Molti corsi vengono promossi con linguaggi generici, promesse implicite di “attivazione energetica immediata”, riferimenti indistinti a maestri o lignaggi non verificabili, e senza alcuna chiarezza sui contenuti, sui tempi o sulla formazione dell’insegnante.
Alcuni segnali ricorrenti che dovrebbero far riflettere:
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Percorsi concentrati in un unico weekend che includono più livelli senza pause o tempi di assimilazione tra un passaggio e l’altro;
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Assenza di una biografia verificabile dell’insegnante, o curriculum formativo approssimativo;
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Materiali vaghi o preconfezionati, uguali per tutti, senza adattamento al contesto o alla persona;
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Promesse di “diventare terapeuta” o “iniziare a trattare subito gli altri” senza alcun processo riflessivo o graduale;
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Nessuna informazione sul numero massimo di partecipanti, con conseguenti esperienze poco tutelate sul piano relazionale e pedagogico.
Questi elementi, purtroppo frequenti, non solo svuotano il valore della pratica, ma possono anche esporre chi partecipa a dinamiche illusorie, aspettative irrealistiche o senso di inadeguatezza.
Un percorso formativo serio – anche se non regolato da un’istituzione statale – non ha paura della chiarezza: comunica con precisione i tempi, le modalità, i limiti e le responsabilità. La trasparenza è il primo segno di rispetto verso chi si avvicina al Reiki con motivazione sincera.
Come orientarsi nella scelta di un corso Reiki
Di fronte alla varietà di offerte disponibili, è comprensibile sentirsi disorientati. Tuttavia, esistono alcuni criteri concreti che possono aiutare chi è interessato a iniziare un percorso Reiki a valutare con attenzione le proposte formative.
Ecco alcune domande utili da porsi prima di iscriversi:
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Chi è l’insegnante? Il suo percorso è tracciabile, articolato, pluriennale? Ha una formazione continua? Appartiene a reti o associazioni che garantiscano criteri minimi di qualità?
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Qual è la durata del corso? Sono previsti momenti di pratica, tempo per le domande, per l’elaborazione dell’esperienza o tutto è concentrato in poche ore?
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Quante persone ci saranno? La formazione si svolge in piccoli gruppi che permettono l’ascolto reciproco e l’accompagnamento, o in aule affollate che limitano la relazione?
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Quali materiali vengono forniti? Sono materiali adattati, curati e frutto di un’elaborazione originale, oppure si tratta di manuali generici e indistinti?
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Che cosa si intende per “certificazione”? Viene spiegato cosa significa, a cosa serve, da chi è rilasciata? Oppure è solo un foglio che viene dato per abitudine, senza valore reale?
Inoltre, è importante che l’interesse commerciale non prevalga sull’integrità dell’esperienza. Promozioni e pressioni all’iscrizione immediata, livelli multipli venduti come “pacchetti”, corsi online con “attivazioni a distanza” dovrebbero sempre essere valutati con cautela.
Scegliere un corso Reiki significa scegliere uno spazio di cura e di pratica. Non tutto si può valutare prima, ma fare domande, leggere con attenzione, confrontare le proposte può aiutare a costruire un’esperienza solida, coerente, rispettosa del proprio tempo.
Il nostro approccio
I corsi di primo livello Reiki proposti presso il Centro My Reiki si svolgono ogni mese a Milano, in gruppi con un massimo di 18 partecipanti. Questa scelta non è solo logistica: riflette un’impostazione che valorizza il tempo, l’ascolto e la qualità dell’incontro. Ogni corso si sviluppa nell’arco di due giorni, con momenti di spiegazione, pratica, scambio, domande e condivisione.
La proposta formativa si basa su uno studio attento della storia e della struttura originaria del metodo Reiki nato in Giappone agli inizi del Novecento. Viene evitata ogni forma di semplificazione, spiritualizzazione generica o sincretismo disorientante. Ciò che si propone è un percorso chiaro e coerente, fondato sull’esperienza corporea, sulla gradualità e sull’integrazione tra apprendimento tecnico e trasformazione personale.
Il corso è riconosciuto da organizzazioni internazionali come IPHM e IICT, che ne attestano la conformità a standard etici e formativi trasparenti. Ogni partecipante riceve un attestato conforme ai criteri di tali enti, che può eventualmente essere usato per l’iscrizione a registri professionali o per proseguire la propria formazione in ambito olistico.
Il docente, Federico Scotti, si occupa da oltre dieci anni di formazione Reiki, con una particolare attenzione agli aspetti culturali, storici e relazionali della pratica. È autore di libri e ricerche sul Reiki e conduce periodicamente viaggi di studio e formazione in Giappone, che integrano l’esperienza didattica con una riflessione critica sulla storia e la trasformazione contemporanea del metodo.
Conclusione: chiarezza, responsabilità, relazione
Scegliere un corso Reiki non significa solo apprendere una tecnica: è anche un atto di fiducia, un investimento di tempo, energia e disponibilità personale. In un contesto formativo non regolamentato da istituzioni statali, la trasparenza, la coerenza e la cura delle relazioni diventano i veri criteri di affidabilità.
Parlare di “corso riconosciuto” ha senso solo quando è chiaro da chi viene riconosciuto, con quali criteri e a quale impostazione formativa si riferisce. Non basta un bollino o una certificazione per fare la differenza: è nella qualità dell’insegnamento, nella serietà del percorso e nell’etica della trasmissione che si misura la solidità di un’offerta.
Inizia un percorso Reiki chiaro e riconosciuto
Ogni mese a Milano, corsi di primo livello Reiki in piccoli gruppi (max 18 persone). Un approccio strutturato, riconosciuto da reti internazionali, condotto con cura e attenzione alla qualità.
Domande frequenti
Che cosa significa “corso Reiki riconosciuto”?
Un corso è riconosciuto quando aderisce a criteri formativi e deontologici condivisi da organizzazioni internazionali o reti professionali.
I corsi Reiki sono certificati dallo Stato?
No. In Italia non esiste un riconoscimento statale per i corsi Reiki, ma esistono enti indipendenti che offrono criteri di qualità.
Come posso capire se un corso Reiki è serio?
Verifica la formazione dell’insegnante, la durata del corso, il numero di partecipanti e la trasparenza del materiale didattico.