Inviare Reiki a distanza secondo gli insegnamenti originali del masetro Usui Le tecniche per inviare Reiki a distanza vengono insegnate durante il corso di secondo livello dopo l’attivazione del terzo simbolo. Durante tutto il cammino del praticante Reiki attraverso i 3 livelli questo simbolo si rivelerà essere il simbolo  più importante e forse quello più difficile da comprendere.

Inviare energia a distanza attraverso Reiki presuppone una grande apertura mentale da parte dell’allievo, per questo motivo nel percorso formativo codificato dall’associazione italiana Reiki abbiamo stabilito che devono passare almeno sei mesi di pratica costante di Reiki dopo il primo livello per poter richiedere l’accesso al secondo. Solo infatti attraverso il continuo utilizzo dell’energia di Reiki l’allievo potrà progressivamente comprendere che questo tipo di energia è tanto più efficace quanto più viene lasciata libera di agire senza condizionamenti da parte dell’operatore.

Abbandono = Apertura mentale

aprire la mente per comprendere che spazio e tempo non esistono È proprio il concetto di abbandonarsi all’energia che è  il più difficile da comprendere da parte del principiante, in quanto nemmeno l’intenzione di fare del bene agli altri attraverso Reiki deve essere presente nella nostra mente durante i trattamenti.

Per questo motivo durante il primo livello insegniamo all’allievo a meditare, proprio per dargli uno strumento che permette di mantenere il controllo della mente durante i trattamenti. Maggiore sarà il controllo della mente, più efficace sarà il trattamento.

Il primo livello Reiki ci permette quindi di fare l’esperienza di abbandono all’energia. Quanta più pratica si sarà fatta nell’ambito del primo livello, tanto più sarà facile comprendere  uno dei concetti chiave del secondo livello, direttamente connesso al terzo simbolo: spazio e tempo non esistono o meglio esistono solo per la nostra dimensione materiale.

Nelle dimensioni spirituali non esiste un prima e un dopo, un vicino e un lontano,  esiste solo il qui ed ora. Tutto è sempre contemporaneamente esistente nell’eterno momento presente.

Comprendere questo concetto significa accettare il fatto che siamo esseri multidimensionali: dobbiamo in primo luogo abbandonare i condizionamenti mentali che ci ancorano ad una visione della realtà parziale e limitata.

Il terzo simbolo Reiki ci permette di accedere a dimensioni spirituali più elevate e di fare esperienza livelli di consapevolezza più alti.

Differenze fra Reiki Tradizionale e Reiki Occidentale

Esiste una sostanziale  differenza tra il Reiki occidentale e il Reiki tradizionale giapponese nell’utilizzo del terzo simbolo:  mentre il Reiki occidentale  insegna ad inviare energia non solo nello spazio ma anche nel tempo e a trattare situazioni passate o future, il Reiki Tradizionale Giapponese insegna ad inviare l’energia solo nello spazio, ossia a persone non fisicamente vicine a noi. Questo era l’originale insegnamento del maestro Usui, progressivamente dimenticato negli anni dal Reiki Occidentale.

Questa differenza tra Reiki occidentale e Reiki tradizionale giapponese è sostanziale:  ci fa comprendere come il Reiki occidentale sia molto lontano dagli insegnamenti originali di Usui Sensei proprio perché non ne coglie uno dei suoi concetti chiave racchiuso in questa frase che il maestro Usui era solito dire ai propri allievi: “La fonte di ogni cosa è la giusta consapevolezza“.

In questa frase si può forse riassumere tutta la vera essenza di Reiki e si può capire meglio perché Usui  non insegnasse a trattare  le situazioni nè dicesse di inviare l’energia nel passato o nel futuro: se spazio tempo non esistono nelle dimensioni spirituali e se l’energia di Reiki è un’energia intelligente, divina, sarebbe una forzatura limitarne l’efficacia inviandola arbitrariamente a una situazione o a un tempo passato o futuro rispetto noi.

Sarà l’energia stessa durante il trattamento ad andare se necessario a lavorare su altri piani diversi dal nostro nella consapevolezza profonda che passato e futuro sono sempre attuali all’interno dell’infinito momento presente.