Perchè la Verità non è comunicabile?

Federico ScottiRisorse ReikiLascia un commento

verità e comunicazione

La Verità è l’ intuizione perfetta e conclusa di ciò che è e non è, si manifesta, appare come forma suprema di realizzazione del nostro vero Sè. La Verità esiste contemporaneamente come oggetto di ricerca e come soggetto ricercante, tuttavia appare nella trascendenza di entrambi i poli unificandoli.

È la Verità dell’Essere, che racchiude in sè la quiete e lo sforzo teso al suo raggiungimento, è l’inclusione degli opposti e la loro completa affermazione.

Per quanti sforzi possiamo fare la Verità così intesa non è trasmissibile. L’atto stesso, il tentativo di trasmettere la Verità è un atto di sottrazione, di depauperamento in quanto l’oggettivazione di Essa implica un suo impoverimento. La trasmissione della Verità apre uno spazio intermedio in cui tutto può accadere, persino l’annullamento della Verità stessa.

Lo spazio intermedio che la trasmissione della Verità apre è implicito nell’atto stesso della comunicazione che prevede una dualità, il superamento della perfetta armonia degli opposti. Per comunicare qualcosa è necessaria separazione, discontinuità, quindi imperfezione.

L’atto di comunicare nasce e sancisce una frattura insanabile nella Verità che diventa imperfetta. Questa imperfezione alimenta gli sforzi intellettuali di comprensione di qualcosa che nasce già non pienamente comprensibile nella sua interezza, ma frammentato, discontinuo appunto. Qualunque sforzo potremo fare nella direzione della comunicazione o della comprensione intellettuale della Verità sarà vano perchè quando è in atto questo sforzo la Verità non esiste più, si è dissolta nella dualità dell’oggettivo.

Lo sanno bene i Maestri che ci chiedono di sperimentare, di non basarci esclusivamente sulle loro parole che, in quanto parole, riecheggiano  la Verità ma non sono la Verità.

Yogananda era solito dire a chi ascoltava le sue conferenze di non credergli, di non dogmatizzare le sue parole ma di sperimentare, di provare a intuire la Verità al di là delle parole, al di là degli scritti.

La Verità è quindi accessibile a tutti, è patrimonio di tutti ma non è appannaggio della comunicazione. La comunicazione apre lo spazio all’interpretazione, l’interpretazione alla rielaborazione, la rielaborazione al dogmatismo.

Non accettiamo supinamente la Verità che ci viene comunicata, persino la Verità di cui ci parlano i maestri.

Sperimentiamola, apriamoci alla sua manifestazione non comunicata.

 

 

L'Autore

Federico Scotti

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Federico Scotti è filosofo, antropologo e maestro di Reiki tradizionale giapponese. Fondatore del Centro My Reiki, da oltre un decennio si dedica all’insegnamento e alla trasmissione del Reiki con un approccio etico, critico e riflessivo, attento alla storia e al contesto culturale della pratica. Con una solida formazione in filosofia e antropologia della salute, integra il pensiero critico con lo studio delle pratiche di guarigione non biomediche, approfondendo in particolare i temi dell’embodiment, dei paesaggi terapeutici e delle prospettive culturali e decoloniali del benessere. Autore di diversi libri sul Reiki, promuove una visione profonda e non dogmatica della disciplina, in dialogo con la ricerca antropologica e con le trasformazioni spirituali contemporanee. Ogni anno accompagna gruppi di praticanti in Giappone nei Reiki Tour, percorsi esperienziali e trasformativi nei luoghi legati alla storia di Usui Sensei. Nel suo insegnamento, integra la pratica con la consapevolezza critica: per lui, il Reiki è prima di tutto una forma di ascolto profondo e di relazione consapevole con il vivente, inteso non solo come corpo umano, ma come insieme di legami, emozioni, paesaggi e memorie. Una cura che non separa, ma connette.

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