Il perfetto operatore Reiki

Federico ScottiRisorse Reiki5 Commenti

buon operatore reiki

Quali caratteristiche deve necessariamente avere il perfetto operatore Reiki? Per essere canali Reiki perfetti e puri quali regole di vita dovremmo tenere?
In altre parole: esiste il Manuale del perfetto operatore Reiki?
E se esiste quali sono gli assunti imprescindibili a cui ognuno di noi dovrebbe necessariamente attenersi?

Mi faccio e ti faccio queste domande perché ultimamente bazzicando sui social network e più in generale sul web, noto un bisogno quasi compulsivo delle persone di incasellare e separare i buoni dai cattivi. 
Ti ricordi alle scuole elementari di quel bambino (quello bravo) alla lavagna che scriveva i nomi dei buoni e dei cattivi quando la maestra non c’era?
Ecco, la sensazione che ho è proprio quella. I bravi operatori Reiki di turno classificano e incasellano in continuazione. E ovviamente non succede solo con Reiki…

Questo articolo è volutamente ironico e (a volte) provocatorio, non me ne vogliano i bravi bambini, qualora si sentissero tirati in gioco. Rispetto e accolgo la loro opinione, ma non la condivido.

L’importante è comunque non prendersi mai troppo sul serio, quindi non prendere troppo sul serio anche le mie parole, non ho nessuna Verità da difendere o da trasmetterti. 

Ma ecco che cosa scrive il bravo bambino alla lavagna.

Se vuoi praticare Reiki devi:

  1. Essere vegetariano (o meglio ancora vegano)
  2. Non fumare
  3. Non bere
  4. Avere solo ed esclusivamente pensieri  di amore incondizionato verso il prossimo
  5. Non chiedere soldi per i trattamenti Reiki che fai

Ho volutamente scelto le 5 caratteristiche principali che ricorrono più spesso sulla lavagna (e sul manuale) dei bravi bambini quando parlano di pratica Reiki ma ce ne sarebbero sicuramente molte altre da citare. 

Ho inoltre selezionato 5 caratteristiche perché 5 sono i Principi del Reiki così creiamo un parallelismo…

Che cosa succede se non rispettiamo questo profilo di praticante Reiki?
Qual è il prezzo da pagare, a detta dei bravi bambini, se per esempio mangiassimo carne o fumassimo un pacchetto di sigarette al giorno?

Il prezzo da pagare è alto, così alto che ti conviene di più piantare lì la pratica del Reiki!
Eh sì, perché diventi un canale sporco. Diventi così sporco da compromettere qualsiasi azione di aiuto o di sostegno nei confronti di altre persone che ti hanno chiesto dei trattamenti. Quindi non solo perdi tempo, ma in qualche maniera arrechi del danno agli altri. Per non parlare del tuo Karma che diventa così negativo che non basterebbero 1.000 vite da santo per purificarlo! 

I 5 punti che ho elencato sopra sono tutti di buon senso. Da un punto di vista medico ad esempio sul sito dell’AIRC sono elencati degli ottimi motivi per cui converrebbe adottare una dieta vegetariana (qui trovi la fonte).

Per non parlare di fumo e alcool per cui non c’è bisogno credo di citare fonti autorevoli! 

Il punto allora qual è se queste caratteristiche del buon praticante Reiki sono tendenzialmente di buon senso? 

Il punto che secondo me i bravi bambini non vedono o non vogliono vedere è che la pratica del Reiki è nata come strumento di crescita personale.
Anche (e soprattutto) quando appoggiamo le mani sugli altri per fare dei trattamenti stiamo lavorando in primo luogo su noi stessi. È ovvio ed evidente che è preferibile non fumare che fumare ma per la tua salute!
Se invece stiamo all’assunto dei bravi bambini, solo se non fumi puoi praticare Reiki.

Chi sceglie di praticare Reiki non è nè un santo nè un peccatore, non è nè buono nè cattivo, è semplicemente una persona che ha scelto di mettersi in gioco in un cammino (spesso difficile e pieno di ostacoli) di crescita personale.
E in quanto tale, qualsiasi siano le sue abitudini di vita, merita rispetto.
L’alternativa è non mettersi in gioco, non fare niente, non tendere a una crescita personale.

Ora voglio essere volutamente provocatorio: il 22% degli italiani tra i 15 e i 64 anni nel 2017 ha fatto uso di droga. (fonte qui). Quindi con buona probabilità circa il 22% dei così detti bravi bambini fa uso o ha fatto uso di droga.
Però, per qualche strano motivo, questi bravi bambini si sentono in dovere di stabilire delle regole. E di separare i buoni dai cattivi, alla lavagna. 

2000 anni fa qualcuno disse: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Un abbraccio a tutti i bravi bambini! E alle loro maestre!

L'Autore

Federico Scotti

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Insegnante e terapeuta Reiki, autore di libri sul Reiki, facilitatore Mindfulness

5 Comments on “Il perfetto operatore Reiki”

  1. Decisamente , non ho mai fatto parte ( e adesso, a quanto pare ) ancor di più , del clan delle brave bambine… Esamino i punti : 1 Non sono vegetariana ma quasi. 2 Fumo…non spinelli ma sigarette 3 Sono astemia e qui, vado bene 4 Purtroppo non sono ancora in grado di avere pensieri di amore incondizionato verso tutti…5 Essendo al secondo livello Reiki non mi faccio pagare… Non ho mai fatto uso di droghe e mai lo farò
    Quindi…sono tra i cattivi?
    No…non lo penso Io sono arrivata al Reiki per “caso ” ( ma, davvero esiste il caso? ) o , sarebbe meglio dire, perchè la mia vita era andata in mille pezzi, io ero in mille pezzi. O mi lasciavo andare al nulla oppure mi prendevo in mano e iniziavo un percorso personale che mi desse la possibilità di cominciare su nuove basi. Ho iniziato Reiki e con l’inconsapevolezza di chi si affaccia a qualcosa di nuovo, ho subito pensato che fosse facilissimo e non avrei avuto problemi. Mano a mano che mi addentravo nel Reiki mi son resa conto della sua profondità , del suo porti a confronto con la parte più nascosta di te, quella che hai paura di vedere, affrontare. Arrivata al secondo livello mi si è chiarito che avrò bisogno di molto tempo, molta pratica per farlo mio. Adesso percepisco gli ostacoli che mi pone la mente, i tranelli che mi tende affinchè io abbandoni ma non l’avrà vinta , perchè grazie al Reiki mi sono salvata, grazie al Reiki ho capito che sto lavorando su me stessa in primis e che ho cominciato a darmi attenzione, rispetto . Ho cominciato a mettermi in ascolto di me stessa, delle mie emozioni e , anche se faccio ancora fatica a lasciarle fluire, non mi preoccupo di controllarle. Quando pratico, sorrido all’Universo e , in un certo senso , mi abbraccio. La cosa più bella è stata sentirmi dire da mio figlio “Mamma da quando hai cominciato Reiki sei più luminosa, hai perso la malinconia che si percepiva e, soprattutto, non hai più pensieri negativi. Davvero non ti accorgi che sei rinata?” Ecco credo che queste parole esprimano tutto…

  2. Grazie Titti, il rischio di suddividere buoni e cattivi praticanti Reiki è di tenere lontane dalla pratica le persone piuttosto che incitarle ad occuparsi di loro stesse. I precetti morali, i dogmi e i comandamenti li lasciamo alle religioni. Le discipline spirituali (o discipline di crescita personale) debbono togliere non mettere schemi mentali. E la pratica di Reiki secondo me non fa eccezione. Praticare Reiki in semplicità e senza giudizio, come hai colto tu al termine del tuo bel commento, è l’unica via a mio modo di vedere veramente efficace per ottenere grandi risultati.

  3. Grazie di questo articolo, mi sono “divertito” e ho apprezato quanto hai scritto.
    Rinchiudere i buoni o i cattivi negli stereotipi personali è una modo che purtroppo impera soprattutto nei media.
    Reiki è evoluzione personale, è crescere come persona e nella sensibilità.
    Nella libertà e nelle PRESENZA si avverte che ogni nostra scelta influisce sulla vita di tutti. Quindi scegliere come alimentarsi è una profonda presa di coscienza tenendo conto che un vegetale reclama lo stesso diritto alla vita di qualsiasi atto essere vivente.
    Credo che la crescita sia nel capire che non sta tanto nel cosa si mangia ma quanto si mangia.
    E lo stesso è per il bere e il fumare. Da quando opero con il Reiki non fumo più perché…non ne sento più la necessità, pur conservando con cura i miei toscani e tabacchi da pipa.
    Imporre limiti e condizioni mortifica l’Energia Reiki che invece è libertà e libera possibilità fi crescita.

  4. Grazie Dario, sono d’accordo con te, praticare una disciplina spirituale di crescita personale significa in primo luogo onorare la libertà di scelta che ognuno di noi ha di determinarsi in ogni istante. E rispettare IN OGNI CASO le scelte altrui, anche se (molto) differenti dalle nostre.

  5. Credo che togliere il giudizio verso se stessi e gli altri faccia parte della pratica. “stando meglio” dovremmo essere guidati a scelte di vita sane… che portano ad un maggiore ascolto ed equilibrio.
    Purtroppo esistono “tranelli” ben studiati per metterci quotidianamente in difficoltà …. sabotatori pronti a distruggere e gettarti addosso solo m…

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